Anoressia e bulimia sono malattie complesse, determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo, che quindi richiedono un trattamento sia del problema alimentare in sé che della sua natura psichica.
Molti fattori biologici si trovano al centro del disordine alimentare, quali quelli genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici. Non da sottovalutare è anche l’ossessiva importanza della propria forma fisica, del proprio peso e corpo e una necessità di stabilire un controllo su di esso da parte del paziente. Tra le ragioni che portano allo sviluppo di comportamenti anoressici e bulimici, si evidenziano l’influenza negativa da parte di altri componenti familiari e sociali.
La malnutrizione si manifesta con una generale riduzione del metabolismo basale (il corpo percepisce le carenze nutrizionali e inizia a ‘risparmiare’, limitando il consumo di energia), che si ripercuote velocemente sulla funzionalità della tiroide che, tra le varie funzioni svolte, regola la temperatura corporea: infatti il freddo alle estremità costituisce un sintomo tipico.
Gli effetti dei disordini alimentari sono molto pesanti, sia sotto il profilo fisico che quello psicologico. Dal punto di vista fisico, gli effetti della malnutrizione possono portare a disidratazione, seri danni cardiaci, al fegato e ai reni ulcere intestinali e danni permanenti ai tessuti dell’apparato digerente, danneggiamento di gengive e denti, problemi al sistema nervoso, con difficoltà di concentrazione e di memorizzazione, danni al sistema osseo, con accresciuta probabilità di fratture e di osteoporosi, blocco della crescita, emorragie interne, ipotermia e ghiandole ingrossate.
Le ripercussioni psicologiche, invece, comportano depressione, basso livello di autostima, sbalzi di umore, propensione al perfezionismo, senso di vergogna e colpa, difficoltà a mantenere relazioni sociali e familiari e tendenza a comportamenti manichei e maniacali.
Attualmente l’intervento ritenuto più efficace nella cura dei disturbi alimentari è certamente l’approccio terapeutico integrato, in cui più figure si occupano a livelli diversi del soggetto, dei familiari o dei compagni. Si tratta di una terapia lunga, in media 2 anni, composta da terapeuti familiari, nutrizionisti psicologi/psicoterapeuti, educatori e medici che si pone diversi obiettivi: ripristinare il ritmo biologico alterato al fine di consentire un buon funzionamento psico-fisico ed arginare i pericolosi effetti fisici dei sintomi alimentari.
Accogliere i disagi e le paure dei soggetti e creare un clima di confronto al fine di facilitare l’acquisizione di più funzionali stati cognitivi ed emotivi per superare la crisi. Proprio la paura di crescere, di vivere, di prendere decisioni determina un blocco e perpetua i sintomi, provocando enorme sofferenza.
Spesso chi soffre molto della situazione dei propri figli o fratelli sono i membri della famiglia. Infatti spesso le famiglie sono coloro che soffrono maggiormente della situazione perché impossibilitati ad aiutare e tali problemi possono sfociare in gravi problemi familiari. Non bisogna pensare solo ad anoressia, bulimia o problemi alimentari, ma anche a malattie più o meno gravi. I familiari infatti, non sapendo come devono comportarsi nei confronti del membro della famiglia malato, possono causare ancora più problematiche.
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