La San Vincenzo oltre ad offrire soluzioni alle diverse forme di povertà, emarginazione e difficoltà in cui l’uomo oggi si trova, vuole anche occuparsi delle diverse forme che l’emergenza coronavirus ha fatto emergere con più forza e l’inquietudine ne è una forma e che genera un malessere, oggi sempre più diffuso, che genera angoscia, ansia, rabbia, egoismo, di vita, sia personali che sociali e familiari.
L’inquietudine è sempre più presente nella vita delle persone e, se non captata ed orientata in senso positivo, comporta conseguenze gravi e porta a nuove forme di povertà legate alla solitudine ed alla emarginazione. Prestare viva attenzione a questo fenomeno significa intercettare nuove necessità e bisogni legati allo sviluppo socio-economico del mondo. Non si tratta infatti di una sfida solo Italiana ma è una sfida connessa alla globalizzazione, alla integrazione culturale e religiosa.
Partendo dal significato della parola inquietudine e dai suoi sinonimi si apre poi un mondo: di umanità, di emergenze e di sfide. L’inquietudine è dunque la sindrome del nostro tempo, provocata dalle cause più diverse che vanno indagate per poter approntare soluzioni.
Si tratta di intervenire su una serie di situazioni di difficoltà presenti nella società, su tensioni, situazioni a rischio, problematiche personali, familiari e sociali a cui la politica, da sola, non è in grado di rispondere. Diventa quindi sempre più centrale ed urgente realizzare una Rete forte e diffusa, in grado di offrire soluzioni che vanno dall’ascolto, al supporto specifico, all’orientamento specialistico capace di dare risposte concrete a chi versa in situazione di difficoltà.
La San Vincenzo, che nell’ispirarsi alla carità è da anni impegnata nell’aiuto e nell’assistenza delle persone che vivono situazioni di disagio ed emarginazione, vuole oggi compiere un passo in più per offrire anche questo aiuto a tutti coloro che si trovano oggi a vivere nell’inquietudine.
Papa Francesco, nella lettera inviata alla redazione della rivista “Civiltà Cattolica” scrive: “Fate discernimento sui linguaggi per combattere l’odio, la meschinità e il pregiudizio. E soprattutto non accontentarsi di fare proposte di rammendo e di sintesi astratta: accettate invece la sfida dell’inquietudine straripante del tempo presente, nel quale Dio è sempre all’opera”. E nella “Christus vivit”, parla di “inquietudine insoddisfatta” come cifra delle nuove generazioni, che “insieme allo stupore per le novità che si presentano all’orizzonte, apre la strada all’audacia che li spinge a prendere la propria vita tra le mani e a diventare responsabili di una m i s s i o n e ”.
La San Vincenzo, seguendo la via proposta dal Pontefice: “Dobbiamo perseverare sulla strada dei sogni”, vuole realizzare un progetto in grado di cogliere le diverse istanze poste oggi dall’uomo, offrendo aiuto spirituale, umano e materiale per rispondere ai tanti e diversi gridi di aiuto che giungono dal mondo. Solo attraverso una attività continua di prossimità, realizzando in concreto la vicinanza all’uomo e una condivisione fra i cuori è possibile trovare risposte alle numerose e differenti richieste di aiuto che oggi pervadono la società, ed in special modo in una città complessa come Roma e dalla sua realtà che dobbiamo partire per dedicarci ai bisogni sempre più complessi che genera la società.
Il centro del progetto è quindi l’uomo e la volontà della San Vincenzo è la stessa indicata dal Papa: “Dobbiamo partire dalla realtà per fare il salto in quel che manca”.
CRESCITA
ENTUSIASMO
Clicca qui per trovare l'elenco di strutture e contatti
Clicca qui per trovare l'elenco di strutture e contatti